Capitolo 1

Giovedì. Ore 17. Estate. Tempo sereno. Luce fioca prima del tramonto.

La prima ad arrivare è Lievebrina, la quale cerca di ispezionare il varco davanti a lei. Vieni attratta da una voce inquietante proveniente da una sorta di finestra totalmente nera a lato della porta. La voce si presenta al plurale come: "Noi siamo Il Custode".

Durante tale conversazione, arriva dalla foresta Ghaal Himba, che subito spaventa Lievebrina, prima per l'aspetto e poi per le frasi.

Nel frattempo, arriva una carrozza che, di tutta fretta lancia una piccola cassa, dalla quale sbuca fuori Slippo, il secondo avventuriero della giornata. Fa conoscenza con Lievebrina e co Il Custode, il quale rimane sorpreso dalla sua razza, ma non dalle sue intenzioni.

Infine, arriva Osnadír, il quale prova a colpire con una freccia Ghaal Himba, che già conosce.

Nel mentre che gli avventurieri conversano, arrivano dei muli con delle sacche di merci, esattamente del grano saraceno, che vengono saccheggiate dai primi.

Dopo aver finito di interagire con Il Custode, gli avventurieri attraversano il varco coi muli e vengono "accolti" da Lagoutaki, un mezzelfo, che si offre di scortarli, siccome nell'ultimo periodo ci sono stati avvistamenti di briganti nella foresta.

Tra una chiacchiera e l'altra, gli avventurieri vengono assuefatti da dei grossi insetti che emettono luce rossa e danzano formando una sorta di pentagramma. Nel frattempo, sentono in lontananza due persone che discutono e, dopo aver scoperto che sono due banditi, si fanno dire il nome del loro capo, Attilio, e li fanno scappare dalla paura, per poi adottare il cane Pintura che era con loro.

Qualche metro più in là, sentono altri tre banditi, ma la tecnica usata prima risulta inefficace. Parte quindi il primo fight, durante la quale un nemico viene convinto che la minaccia è da un'altra parte, uno viene immobilizzato con l'edera e rivela il nome di Katerina, mentre il terzo si fa beffe degli avventurieri per poi venire sbranato. Durante il loot, ricompare il primo membro che esplode in mille pezzi per via di una pistolettata di Slippo.

Gli avventurieri riprendono il viaggio, sfruttando le rimanenti ore di luce. Attraversando un tratto di foresta più fitto del solito e che ingloba il percorso.

Superato questo tratto più fitto, vengono poi assaliti da degli altri sgherri di Attilio e da lui in persona. Grazie anche a Lagoutaki, hanno la meglio nel combattimento ed impediscono ad Attilio di fuggire, uccidendolo. Ghaal Himba, quindi, si impossessa dei suoi due martelli, le Martila.

Nel frattempo, il party rivolge lo sguardo verso Lagoutaki, il quale, dopo alcuni sfarfallii, rivela la sua vera natura di Harengon.

Date le dovute spiegazioni Lagoutaki sprona il gruppo a proseguire per arrivare alla città.

Ad un certo punto del percorso, il gruppo incappa in una figura accovacciata e dall’aspetto malconcio, la quale si rivela essere uno scheletro armato di spadone.

Dopo averlo “ucciso”, la figura cade a terra e rilascia una sostanza gelatinosa nera e viola che fugge via nel bosco.

Il gruppo arriva in città, lascia i muri e viene scortato fino alla locanda da Lagoutaki, il quale torna alla sua dimora subito dopo.

Il gruppo prende una camera a testa e nel frattempo si intrattiene.

Lievebrina entra nella camera di Ghaal Himba e scrive una falsa lettera d’amore firmata Osnadír.

Slippo ci prova con Mia, Ria e Ann, tre necromanti che pernottavano alla locanda e che lo invitano nei loro alloggi, ma alla fine rifiuta.

Ghaal e Osnadír decidono di bere la birra e i liquori del posto, per poi tornare sbronzi nelle loro camere.

LOREM IPSUM